Il diabete tipo 2 si sviluppa, nell’arco di molti anni, per un deficit di produzione di insulina che però non è mai tanto grave come quello presente nel diabete tipo 1 e non dipende dall’autoimmunità. Multiple alterazioni genetiche e fattori acquisiti (ambientali) sono responsabili di un deficit di insulina che in genere si associa ad una minore efficacia dell’insulina. Anche quest’ultima (insulino-resistenza) è causata da multiple alterazioni genetiche che interagiscono con fattori acquisiti. In questo tipo di diabete non c’è abbastanza insulina per far fronte alle necessità dell’organismo (carenza relativa di insulina). Il diabete tipo 2 compare soprattutto dopo i 40 anni ma l’età di insorgenza si sta abbassando per la sempre maggiore diffusione dell’obesità anche fra i più giovani.
L’eccesso di peso è uno dei principali fattori di rischio di diabete tipo 2. Gli obesi hanno un rischio di diabete 10 volte più alto delle persone di peso normale. Inoltre, chi mangia molto e predilige cibi ricchi di zuccheri semplici e di grassi animali ha un rischio maggiore, mentre chi consuma cibi ricchi di fibre (cereali integrali, legumi, vegetali) ha un rischio minore. Una dieta ipocalorica in persone con eccesso di peso e glicemia non ottimale ha dimostrato di essere in grado di prevenire il diabete.
La sedentarietà è un importante fattore di rischio di diabete tipo 2. Chi non svolge attività fisica ha un rischio di diabete maggiore rispetto a chi pratica sport. Chi passa molto tempo davanti alla televisione ha un rischio maggiore di chi fa spesso passeggiate. Studi recenti hanno dimostrato che in persone con eccesso di peso e glicemia non ottimale svolgere programmi strutturati di attività fisica previene il diabete.
Recenti ricerche hanno dimostrato che certi farmaci usati per la terapia del diabete tipo 2 (metformina, acarbosio, rosiglitazone, pioglitazone) o dell’obesità (orlistat) sono in grado di prevenire il diabete tipo 2. Al momento, tuttavia, in nessun paese è stato approvato l’uso di farmaci per la prevenzione del diabete tipo 2. In altre parole l’assunzione di un farmaco al fine di prevenire il diabete, se prescritto da un medico, sarebbe a carico del cittadino e non del suo sistema sanitario o assicurativo.
Il diabete è una malattia il cui problema peculiare è la glicemia elevata. La glicemia è certamente il parametro di laboratorio usato per la diagnosi, è certamente un’alterazione biochimica che svolge un ruolo importante nella genesi delle complicanze acute e croniche, ma non rappresenta il diabete nella sua complessità. Il diabete, infatti, è caratterizzato anche da dislipidemia, cioè basso colesterolo HDL e/o elevati trigliceridi (70% dei casi) e ipertensione arteriosa (90% dei casi), oltre a trombofilia (tendenza del sangue a coagulare troppo), infiammazione cronica (che causa alterazioni nella funzione di molti organi e tessuti), stress ossidativo (idem), disfunzione dell’endotelio (è l’antecedente dello sviluppo dell’aterosclerosi) e del tessuto adiposo (che produce molte sostanze che rendono difficile l’azione dell’insulina e che alterano la funzione delle cellule che producono l’ormone). Queste alterazioni contribuiscono ad aumentare il rischio delle complicanze croniche e, quindi, vanno controllate.
L’eccesso di peso è una causa importante di insulino-resistenza e, quindi, un fattore di rischio notevole di diabete tipo 2. La riduzione del peso corporeo è un obiettivo chiave nella terapia del diabete e può essere ottenuta soprattutto con la dieta, meglio se associata a regolare attività fisica. Un calo ponderale del 5-10% ottiene un enorme miglioramento del quadro metabolico e risultati difficilmente conseguibili con i farmaci.
L’ipertensione è rara nel diabete tipo 1 per molti anni dopo l’esordio della malattia, mentre è presente in quasi tutti i casi di diabete tipo 2, sia per la diversa età di insorgenza della malattia, sia per la sua stretta relazione con l’eccesso di peso e l’insulino-resistenza. L’ipertensione è un importante fattore di rischio delle complicanze cardiovascolari e renali del diabete e, quindi, va controllata con scrupolo ed efficacia. Il diabetico deve avere pressione arteriosa più bassa del soggetto non diabetico e, in generale, deve essere trattato con farmaci della classe degli ACE-inibitori o dei sartani. Per raggiungere gli obiettivi di pressione arteriosa raccomandati nel diabetico sono spesso necessari 2-4 farmaci anti-ipertensivi.
La dislipidemia (basso colesterolo HDL e/o elevati trigliceridi) è rara nel diabete tipo 1, mentre è molto frequente nel diabete tipo 2 per la sua stretta relazione con l’eccesso di peso e l’insulino-resistenza. La dislipidemia è un importante fattore di rischio delle complicanze cardiovascolari e, quindi, va controllata con scrupolo ed efficacia. La dislipidemia risponde molto bene alla terapia dietetica e all’attività fisica ma in alcuni casi è necessaria la terapia farmacologica. La terapia di elezione della dislipidemia sono i fibrati. L’ipercolesterolemia non è una caratteristica tipica del diabete ma il colesterolo nel diabetico va mantenuto più basso rispetto al non diabetico perché è un fattore di rischio molto importante di malattie cardiovascolari. Per questo, soprattutto nel diabete tipo 2, viene spesso prescritto un farmaco per ridurre il colesterolo. La terapia di elezione dell’ipercolesterolemia sono le statine.